Cosa troverai nel nostro BLOG

Articoli di attualità politica e non solo a carattere nazionale e locale

martedì 7 giugno 2011

LA DIREZIONE DEL PD CONFERMA LA LINEA E LANCIA L’OFFENSIVA SU REFERENDUM,

PROGETTO PER L’ALTERNATIVA, CONSOLIDAMENTO DEL PD.
BERSANI: PUNTIAMO A ESSERE IL PRIMO PARTITO DEL PAESE.
La direzione nazionale del Partito democratico ha approvato ieri pomeriggio all’unanimità la relazione con la quale il segretario Pier Luigi Bersani ha aperto i lavori. Confermata la linea strategica scelta dal partito, il Pd ha deciso di lanciare l’offensiva per aprire una nuova fase politica, investendo i buoni risultati del voto amministrativo su tre temi: la battaglia per i referendum, il progetto (programma e alleanze) per l’alternativa, il consolidamento del partito. Ecco la sintesi dell’intervento con il quale Bersani ha aperto i lavori.
a. La scelta di mettere il Pd al servizio di una riscossa civica e dei candidati del centrosinistra è stata giusta. I risultati del voto amministrativo sono eccellenti, migliori addirittura di quelli raggiunti nel 2006 e dimostrano che la proposta del Partito democratico ha incontrato e rappresentato le esigenze degli italiani: l’idea di una fase ricostruttiva, di un nuovo patto sociale e di un nuovo patto democratico per la ricostruzione costituzionale ne esce rafforzata.
b. Il governo nazionale ne è uscito sconfitto perché non ha risposto ai problemi degli italiani.
La Lega è uscita sconfitta quanto il Pdl perché ha voluto tenere il piede in due staffe,riproponendo al Nord le sue parole d’ordine e mettendosi a Roma al servizio di Berlusconi e dei suoi problemi. Ma sconfitto è stato anche l’atteggiamento del terzismo interessato a propagandare la possibilità di un declino del Pd insieme a quello del berlusconismo.
c. La maggioranza di governo non è più la stessa, come ha segnalato il presidente Napolitano.
Il governo è paralizzato e non ha più il consenso della maggioranza degli italiani. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si presenti dunque dimissionario e si rimetta al Quirinale. La strada maestra sono le elezioni. Il Pd, comunque, è sempre pronto a condividere, se ve ne fosse la possibilità, un breve passaggio per riformare la legge elettorale.
d. Adesso il Pd deve investire il risultato ottenuto. Tre sono i capitoli sui quali concentrarsi:
referendum; programma e lavoro per l’alternativa; consolidamento del Pd.
e. Referendum: Il quorum è arduo da raggiungere, ma non impossibile. Noi dobbiamo fare la nostra parte e il nostro dovere. Senza buttare tutto in politica: per il Pd sono importanti i quesiti dei referendum. Nucleare: siamo stati e siamo contrari al piano del governo. Il nostro sì è forte. Ma accanto alla battaglia per il sì siamo pronti a mettere in campo anche le nostre proposte per un nuovo ed efficiente piano energetico nazionale. Acqua: che il referendum costringa tutti a una scelta netta tra sì e no, a una semplificazione forzata, è la scoperta dell’acqua calda. Ma bisogna essere seri. Uno come Ronchi che non conosce la differenza tra liberalizzazioni e privatizzazioni forzate non si capisce nemmeno come abbia fatto ad avere la patente da ministro. Su governance e investimenti voglio essere chiaro: io non ho cambiato idea. C’è un disegno di legge scritto e presentato in Parlamento dal Partito democratico. Ben prima del referendum abbiamo indicato come dovrebbe essere l’assetto normativo. E questo progetto previsto per tempo è appunto il modo per colmare la lacuna normativa che verrebbe lasciata dalla vittoria del sì. Legittimo impedimento: per la prima volta i cittadini saranno chiamati a dire direttamente se la legge deve essere uguale per tutti, come prevede la Costituzione. Per noi è un passaggio decisivo.
f. Programma e alternativa. Dobbiamo far fare un passo in avanti al progetto per l’Italia.
Puntiamo a fare una sintesi del nostro percorso programmatico per l’autunno, basato come previsto su due pilastri: patto democratico e nuovo patto sociale e dei saperi. Il confronto con le altre forze sociali e politiche deve essere stringente e non avere un carattere politicista o di vertice: un confronto stringente su un nucleo di riforme esigibili con tutte le forze dell’opposizione. Il paese non ha bisogno di carovane, ma di una rotta e di una compagine che lo guidi. Nessuna chiusura. Le forze di centrosinistra devono mantenere il loro appello più largo possibile.
g. In questo contesto rientra anche il tema della prossima manovra sui conti pubblici, una manovra da 40 miliardi di euro, se non da 50 o 60. Ciò che il governo di centrodestra ha concordato con l’Europa, pur di non fare riforme, ci mette di fronte a una situazione irrealistica.
h. La scelta di Mario Draghi come prossimo presidente della Banca centrale europea dimostra che l’Italia ha le qualità per rispondere alla sfida della crisi. Purché abbia il coraggio di affrontarla.
i. Noi pensiamo che occorra proporre uno scambio: un robusto pacchetto di riforme strutturali, una politica economica anche di dimensione europea e in cambio un approccio più realistico al governo dei conti. Senza una riforma e con una politica di durissimi e semplici tagli si rischia solo di far finire l’Italia in recessione.
j. Da affrontare in questo ambito anche il tema dei costi della politica. Il Pd intende battersi contro la ventata di antipolitica che spira nel paese. Ma punta anche ad affrontare questo tema vero con una politica di rigore e di trasparenza. Ricordo le nostre proposte sul taglio del numero dei parlamentari e la preparazione di iniziative concrete: il Pd vuole allinearsi alla media europea e, per esempio, superare istituti che altri paesi non prevedono, come i vitalizi.
k. Il Pd rilancia anche un’immediata iniziativa sui temi del partito con un percorso aperto, che prevede una riunione della direzione nazionale entro fine mese, una conferenza nazionale sul partito e la partecipazione più ampia: circoli, feste, assemblee. Un’iniziativa che ci aiuti a migliorare. Il ragionamento che facciamo parte dalla ricostruzione civica dall’esigenza di tornare a una democrazia non plebiscitaria. Da qui deriva la riflessione sul ruolo dei partiti (certamente da rinnovare) e dunque anche sul nostro partito. Più federale e più nazionale. Con una riformulazione del ruolo di iscritti ed elettori. Mettendo in sicurezza le primarie che sono per noi preziosissime. L’esigibilità dei codici etici.
l. Il percorso sul partito riguarda anche il Mezzogiorno. Ci sono anche luci. Ma abbiamo colto segni di frantumazione, disgregazione e disaffezione nei rapporti tra società e politica. Un problema che incrocia anche il Pd. Dobbiamo sperimentare un meccanismo ordinato per il rinnovamento della classe dirigente, garantendo anche l’autonomia del partito dagli eletti.
m. Infine, queste lezioni ci dicono che il Pd è una forza in campo, non una ipotesi da verificare.
Noi siamo il soggetto politico riformista, quello che abbiamo voluto. Noi vogliamo essere il primo partito italiano, il soggetto primario per l’alternativa riformista.
Fonte Ufficio dei Circoli PD

Nessun commento:

Posta un commento