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lunedì 20 settembre 2010

IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (PGT): Il punto di vista del Partito democratico di Gerenzano

Il Piano di Governo del Territorio (PGT) è il nuovo strumento di pianificazione urbanistica, introdotto in Lombardia con la legge n.12 dell’11/03/2005, che sostituisce il vecchio piano regolatore e che ha lo scopo di definire l’assetto dell’intero territorio comunale.

Tra le peculiarità del PGT c’è quella che viene chiamata “Progettazione partecipata”, in base alla quale sin dalla fase iniziale di progettazione del PGT viene richiesto il contributo dei cittadini, singolarmente o come gruppi.

Un altro elemento molto importante del PGT è che deve prevedere un lavoro di analisi del territorio comunale da tutti i punti di vista, geologico, ambientale, urbanistico, viabilistico, infrastrutturale, economico, sociale e culturale, oltre ad evidenziare eventuali beni storici o ambientali di particolare interesse. Insomma si tratta di uno strumento più articolato e flessibile rispetto al vecchio PRG perché tiene conto dell’impatto che le proposte fatte nel piano hanno sull’ambiente nel suo complesso.
Il PGT ha validità quinquennale ed è sempre modificabile. Scaduto tale termine, il comune provvede all’approvazione di un nuovo PGT.

Sul PGT l’Amministrazione Comunale ha seguito tutto l’iter previsto, i documenti relativi sono stati pubblicati sul sito del Comune ed è stata indetta una assemblea il 4-06-10 per discuterne con i cittadini. Anche la lista civica “Insieme per Gerenzano “ ha organizzato una serata di dibattito il 16-06-10 per evidenziare i punti critici del PGT proposto dall’amministrazione e suggerire delle soluzioni alternative.

Sulla base di questi incontri e di quello che abbiamo letto sulla documentazione esistente esprimiamo il nostro parere su alcuni dei punti che riteniamo fondamentali:

- aree destinate all’edilizia residenziale nei prossimi cinque anni
- viabilità
- aree destinate ad uso industriale

L’amministrazione prevede una percentuale di aree edificabili inferiore al 5% di territorio oggi disponibile, circa 209.000 metri quadrati . In sé questa percentuale appare condivisibile, tuttavia va vista nel quadro generale dello sviluppo urbanistico. Negli ultimi anni l’incremento urbanistico in Gerenzano è stato significativo, è sotto gli occhi di tutti l’area dei palazzoni in prossimità della stazione Gerenzano-Turate.

Ciò che maggiormente colpisce è il fatto lo sviluppo edilizio in atto non risponde ad un bisogno reale di nuove abitazioni ma alla necessità di fare cassa (come dichiarato pubblicamente dal Sindaco nell’incontro del 4-06-2010) e alla richiesta del settore edilizio di fare investimenti.

L’Amministrazione per fare cassa potrebbe trovare soluzioni alternative a questa (in attesa che venga ripristinata una tassa locale come quella dell’ICI sulla prima casa , eliminata da quelli stessi che fanno del federalismo fiscale un cavallo di battaglia), mentre il settore edilizio potrebbe investire nella ristrutturazione e riqualificazione dell’esistente. A tal proposito l’amministrazione potrebbe valutare la possibilità di un incremento della volumetria nelle aree residenziali .

Il Sindaco nell’incontro pubblico del 4-06-2010 ha anche voluto sottolineare l’intenzione dell’amministrazione a contenere lo sviluppo urbanistico evidenziando sulla stessa mappa del territorio con delle grosse frecce verdi l’area al di sotto della quale non sarà più possibile costruire. Queste buone intenzioni ci fanno sorridere dette in particolare da un politico che conosce bene il PGT , è anche assessore all’urbanistica oltre che sindaco, e dunque sa bene che il PGT è modificabile ogni 5 anni. Il 5% di territorio lo prendiamo oggi, il 5% domani, il 5% dopodomani e così via..

Citiamo anche per maggior chiarezza quanto viene scritto nel documento di piano redatto dall’Amministrazione:

Occorre quindi concepire l’oggi come il tempo del cambiamento, della discontinuità di quel trend di sviluppo che vede nel “consumo del territorio” una delle dinamiche economiche più attive per passare al nuovo scenario dove è la “valorizzazione del territorio” il nuovo indicatore di riferimento per qualificare lo sviluppo.”

Stando così le cose riteniamo che al momento sia controproducente pensare ad un ulteriore sviluppo edilizio, che occorre fermarsi per un po’ e riflettere se i servizi di cui disponiamo siano sufficienti per i cittadini gerenzanesi, se la qualità della vita sia accettabile e se occorre fare uno sforzo ulteriore per migliorarla.

Per quanto concerne la viabilità, una analisi della mappa del PGT mostra la presenza di due nuove arterie: una è la Varesina bis che nasce a supporto della Pedemontana (arteria progettata per collegare i due aereoporti di Malpensa ed Orio al Serio e di cui si prevede la realizzazione nell’arco di 5 anni) che pur non facendo parte del PGT con esso si deve integrare; l’altra è la nuova viabilità nel verde, ad alcuni nota come tangenzialina, che partirebbe dalla Varesina, bypasserebbe il centro del paese e si ricongiungerebbe con la strada per Uboldo. Un tratto della tangenzialina in effetti è già realizzata e consiste nel viale padania che incrocia a nord la via Risorgimento e a sud la via Inglesina.

Quello che ci ha colpito della viabilità proposta nel PGT, senza effettuare analisi di dettaglio, è il fatto che la tangenzialina dovrebbe tagliare l’area verde di cui la stessa amministrazione se ne fa un vanto, e portarsi con se una significativa quantità di metri quadrati di area fabbricabile. Alle osservazioni fatte al Sindaco nell’assemblea del 4-06-2010 lo stesso risponde che in ogni caso ci saranno tra la strada e i fabbricati 20 metri di rispetto. Anche in questo caso c’è contraddizione tra quanto viene dichiarato dall’amministrazione e quanto di fatto viene proposto. Invitiamo tutti i Gerenzanesi a recarsi in fondo a viale padania, dove si incrocia la ciclabile, e ad osservare con attenzione le distese di campi di grano, di mais, di colza e di patate e a pensare come questo bene primario possa essere distrutto da una strada e dai fabbricati che inevitabilmente sorgeranno attorno ad essa. E’ ovvio che chi possiede dei terreni in questa zona appoggi la realizzazione della tangenzialina ma siamo al solito conflitto tra il bene di molti e l’interesse di pochi: che cosa bisogna far prevalere?
D’altro canto le giustificazioni che l’amministrazione dà della tangenzialina sono deboli. Una delle motivazioni principali è quella di scaricare il traffico dalla varesina ed evitare l’attraversamento del paese. A parte che non è stata fatta una analisi del traffico che transita attraverso il paese, si tratterebbe in sostanza di spostare una parte del rumore e di emissioni inquinanti da una zona ad un’altra ancora non contaminata. Non ci sembra questa una scelta particolarmente intelligente. A parte questa considerazione ne va fatta un’altra che riguarda la Varesina bis: questa di fatto scaricherebbe una parte del traffico della varesina e pertanto la tangenzialina sarebbe del tutto inutile. Un suggerimento che si potrebbe dare all’amministrazione, emerso peraltro nel corso del dibattito, è quello di creare un collegamento nord-sud, utilizzando le vie esistenti, tra la varesina e la varesina bis.

Altra questione su cui riflettere e ‘ il tracciato della Varesina bis, che rispetto all’originale proposto dalla regione è stato modificato dall’amministrazione. In questa modifica si prevede l’eliminazione di una buona parte di bosco, a fronte invece del progetto originale che prevedeva il riutilizzo di una parte di viabilità preesistente. Come ha detto il sindaco pubblicamente il bosco non ricade nel territorio di Gerenzano e dunque se abbiamo il bene placito del comune a cui appartiene, quello di Cislago, va tutto bene. Non è il bosco un bene comune da preservare con tutti i mezzi e i modi possibili? Dove è finita la sensibilità tanto decantata da questa amministrazione per il verde pubblico? Dove è finito lo spirito di collaborazione tra le diverse amministrazioni che è uno degli elementi che caratterizzano l’introduzione del PGT? Citiamo ancora una volta quanto viene scritto nel documento di piano dell’amministrazione:

La creazione di aree urbane di alta qualità richiede uno stretto coordinamento tra diverse iniziative politiche, nonché una migliore cooperazione tra i diversi livelli amministrativi.”


Invitiamo dunque l’amministrazione a rivedere la propria posizione e a rivalutare il vecchio progetto.

Il PGT prevede che l’ex cava fusi, allocata a sud della ferrovia nord della linea Saronno - Novara e coprente un’area di 95521 mq, venga destinata ad utilizzo industriale. Nella mappa del PGT quest’area viene chiamata polo logistico industriale e si fa anche l’ipotesi della realizzazione di una ulteriore arteria che colleghi tale area alla varesina bis.

Le domande che ci si pone prima di prendere una posizione rispetto a questa scelta sono diverse. Un’area che un tempo verde è stata destinata a cava, non dovrebbe ritornare ad esser verde? E’ l’area indicata adatta ad utilizzo industriale? Quali sono le aree destinate ad uso industriale a Gerenzano e quali sono le ragioni che spingono a crearne una nuova?

Questo è quanto l’amministrazione ha scritto nel documento di piano:

Accertato che la vocazione del comune di Gerenzano non è sostanzialmente industriale, non si ritiene di dover prevedere l’utilizzo di nuove aree da dedicare all’espansione delle zone industriali. Si reputa invece utile perseguire l’ipotesi del “riuso” delle aree dismesse mediante la seguente azione: permettere la ricollocazione di attività produttive in quelle aree dell’attività di cava che hanno terminato il loro ciclo produttivo, al fine di utilizzare le stesse, già compromesse dal punto di vista della percezione paesaggistica dei luoghi, per attività produttive impattanti o non compatibili con l’uso delle aree contigue. L’obiettivo è la regolamentazione delle attività temporanee e di quelle che producono degrado estetico, funzionale ed ambientale (attualmente anche frazionate all’interno del territorio comunale).”

Non ci sembra che il dibattito abbia chiarito bene la faccenda e risposto agli interrogativi proposti. In attesa di ragioni più convincenti rispetto a quelle più volte dichiarate di fare cassa la soluzione più ovvia è quella di restituire quest’area al patrimonio boschivo.