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Articoli di attualità politica e non solo a carattere nazionale e locale

giovedì 19 gennaio 2012

27 GENNAIO 2012 GIORNATA DELLA MEMORIA

Carissime e carissimi,
il Circolo del Partito Democratico di Gerenzano ha voluto dedicare una serata al Giorno della Memoria e invita tutti i cittadini a partecipare alla visione del film “Concorrenza Sleale” che sarà proiettato la sera del

27 Gennaio 2012, alle ore 21.00 presso l’Auditorium Verdi.

E’ questo un momento importante per non dimenticare le crudeltà commesse dal nazi-fascismo e per ricordare sempre che la nostra libertà e la nostra democrazia sono frutto della Resistenza di un popolo e del sacrificio di tanti.Un sacrificio che non deve essere disperso, ma deve servire da esempio per le generazioni più giovani e da monito a tutti per non cadere di nuovo negli errori-orrori che hanno segnato un periodo troppo lungo.
L'istituzione di un giorno della memoria, 27 gennaio, è stata utile per mantenere viva la memoria di tutte le donne e tutti gli uomini sterminati, nella viva speranza che questa terribile storia non abbia modo di ripetersi mai più.
Il 27 gennaio 1945 il campo di concentramento di Auschwitz venne liberato dalle truppe sovietiche e nel 2000 il Parlamento italiano si è così espresso:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»


Il Film che vi proponiamo “Concorrenza Sleale”, di Ettore Scola, è ambientato nel 1938 a Roma, mentre l'Italia è scossa dalle leggi razziali. Protagonisti sono due commercianti di stoffe che hanno negozi attigui e seppur concorrenti, di fronte alle ingiustizie subite dal commerciante ebreo stringono un rapporto di solidarietà ed amicizia.

Di seguito la critica del Morandini:
“Dopo Una giornata particolare (1977), E. Scola ritorna all'anno della promulgazione delle leggi razziali contro gli ebrei, con un film scritto da lui e da Furio Scarpelli con i due rispettivi figli Silvia e Giacomo. Storia di due commercianti di stoffe che a Roma abitano e lavorano nella stessa strada: Umberto, sarto milanese di famiglia cattolica, e Leone, merciaio ebreo. L'ignominia, non priva di particolari assurdi, del decreto-legge 1728 (17-11-1938) “Provvedimenti per la difesa della razza italiana” si riflette nelle piccole vicende quotidiane dei due protagonisti e delle loro famiglie, dei parenti e degli amici. Due i punti di forza: il set della strada-quartiere, microcosmo di una società ignara prima ancora che indifferente, distratta o solidale, che racchiude la vicenda; la capacità di illustrare una legge infame quasi articolo per articolo, calandola in personaggi, casi, aneddoti, in altalena tra commedia e dramma, tenerezza e dolore, sarcasmo e indignazione. Il bozzettismo tipico di Scola non manca; c'è un puntiglio persino eccessivo nella ricostruzione d'epoca; convenzionale e pleonastico il punto di vista infantile, ma i momenti autentici esistono e il duo Abatantuono-Castellitto è ammirevole per misura e intensità. Premio per la regia al festival di Mosca; Globo d'oro per la musica (A. Trovajoli); Donatello a L. Ricceri (scene). “
Laura, Luisa e Morando Morandini

Il Segretario del Circolo
del Partito Democratico
di Gerenzano

Claudia Scrufari







sabato 14 gennaio 2012

UN POMERIGGIO TRA LE CORTI DI GERENZANO

Nel mese di novembre 2011 l’assessore alla sicurezza Cristiano Borghi, è tornato su un argomento che da sempre lo appassiona molto: la sua personale crociata contro gli stranieri che vivono a Gerenzano. Non contento di aver già provocato, con il suo invito a non affittare o vendere case agli stranieri, una pronuncia di un tribunale contro il Comune di Gerenzano, ha nuovamente annunciato al mondo che Gerenzano è una specie di Bronx in mano a immigrati stranieri che sporcano, disturbano e non rispettano le regole della civile convivenza. In quell’occasione abbiamo pubblicamente chiesto all’assessore Borghi di indicarci le vie di Gerenzano dove sarebbero avvenuti questi fatti, dichiarandoci disponibili ad accompagnarlo in un giro del nostro Comune per verificare la situazione. Non avendo avuto risposta al nostro invito, abbiamo deciso di provarci da soli.

Questo pomeriggio, abbiamo visitato una decina di corti nelle vie del centro del paese e la situazione che abbiamo trovato ci è sembrata decisamente meno apocalittica di quanto Cristiano Borghi va dicendo da anni.

Abbiamo parlato con diversi cittadini italiani e con alcuni immigrati stranieri, in Via I maggio, Via Einaudi, Via Quarto dei Mille, Via Montenero, Via Duca degli Abruzzi. Tranne un caso di una persona che ci ha raccontato della difficile convivenza con i suoi vicini marocchini, dovuta però a schiamazzi notturni e non alla commissione di reati, tutte le altre persone da noi interpellate non hanno evidenziato problemi di convivenza. Gli italiani ci hanno detto che i rapporti con i vicini di casa stranieri sono buoni e che non hanno mai avuto particolari problemi. Quanto agli stranieri, hanno detto, a loro volta, di essere in buoni rapporti con gli italiani.

I cortili che abbiamo visitato erano tutti puliti e, salvo qualche caso di normale dimenticanza, non abbiamo visto i cumuli di spazzatura prodotti dagli stranieri che la propaganda della Lega denuncia in continuazione.

Siamo quindi di fronte a situazioni di normale convivenza che, come sempre accade quando persone diverse condividono gli stessi spazi, possono dare adito a dei conflitti. Del resto la conflittualità tra vicini di casa in Italia è sempre stata molto alta anche prima dell’arrivo degli immigrati stranieri, come dimostrano le statistiche giudiziarie che vedono l’Italia ai primi posti per le liti di condominio.

Certamente questi problemi ingenerati dalla convivenza tra italiani e stranieri vanno risolti. Se nel 2012 i gerenzanesi ci daranno fiducia, promettiamo di farlo, non attivando inutili numeri di telefono per la sicurezza, ma andando nelle corti a fare da mediatori tra le persone che ci vivono, per trovare soluzioni condivise e far rispettare le regole.

Nulla di quanto abbiamo visto, comunque, giustifica il clima da caccia alle streghe che la Lega alimenta ad ogni campagna elettorale, per raccogliere voti spargendo cinicamente paure. Una strategia che, ne siamo certi, la Lega utilizzerà a piene mani nella prossima campagna elettorale, anche perché queste sparate xenofobe contro persone che non possono difendersi, devono servire a far dimenticare ai loro elettori quello che fanno in Parlamento a Roma come il salvataggio del deputato Nicola Cosentino, indagato dai giudici di essere un referente della camorra.

Massimiliano Cavallo
Claudia Scrufari



foto di Pierangelo Gianni



giovedì 12 gennaio 2012

LA LEGA SALVA COSENTINO






MILANO - La Camera dioe no all'arresto di Nicola Cosentino, il deputato e coordinatore campano del Pdl indagato per presunti rapporti con la camorra. Il voto si è svolto a scrutinio segreto: 309 deputati si sono espressi contro l'autorizzazione all'arresto, 298 a favore. In tutto, in base ai tabulati, sono stati 18 i deputati che non hanno votato (8 Pdl, 2 Pd, 2 Lega, 1 Udc). In aula non era presente nessun ministro del governo Monti.
L'aula salva Cosentino
LEGA DIVISA - Dopo aver sfiorato la rissa in mattinata, proprio nella riunione sul caso Cosentino precedente il voto, la Lega va in aula divisa. Il leader Umberto Bossi non partecipa. Roberto Maroni, invece, dice sì: «Io - spiega uscendo da Montecitorio - ho mantenuto la posizione favorevole all'arresto. Non ho condiviso la posizione della libertà di voto, ma l'ho accettata perché era la posizione espressa nel gruppo e non c'è nessun disaccordo con Bossi».


fonte Corsera







L'AGENDA DI BERSANI PER LE RIFORME


Abbiamo davanti un anno arduo e non semplice da interpretare. Vale forse la pena di "progettarlo" un po', togliendo di mezzo un eccesso di fatalismo. Vorrei cominciare con qualche prima idea.

1. La scena si apre sull'Europa. Fino ad ora le decisioni sono state deboli. L'agenda da qui a marzo di per sé non rassicura. Nelle opinioni pubbliche è ancora dura come il marmo quell'ideologia difensiva e di ripiegamento che le destre europee hanno coltivato, ricavandone inutili vittorie, e che i progressisti non hanno potuto o saputo contrastare, ricavandone larghe e dolorose sconfitte. Inutile illudersi. O si mette in comune rapidamente e seriamente la difesa dell'Euro (vincoli di disciplina, strumenti efficaci e condivisi contro la speculazione e per la crescita, politiche macroeconomiche coordinate) o sarà il disastro. Se davvero l'Italia è troppo grande sia per fallire che per essere salvata, allora è troppo grande anche per stare zitta. È tempo che ciascuno di noi faccia la sua parte in Europa; il Partito Democratico sta lavorando per la piattaforma comune dei progressisti europei. Ma è tempo anche di fare qualcosa assieme, qui in Italia. Governo e forze politiche possono determinare una posizione nazionale. Il Parlamento (che non esiste solo in Germania!) può articolarla e assumerla. Il nostro Presidente del Consiglio può interpretarla e gestirla al meglio. Le idee ci sono e vedo su di esse la possibilità di una larga convergenza.Il biglietto da visita delle nostre idee in Europa potrebbe essere così concepito: noi continueremo le nostre riforme e ci riserviamo ogni ulteriore iniziativa per rafforzare la nostra credibilità. Ma non faremo più manovre. A chi raggiunge il 5% di avanzo primario che cosa altro si può chiedere? Nel caso, nessuno pensi di trattarci come la Grecia. Come si diceva, siamo troppo grandi e quindi parecchio ingombranti. Se ne tenga conto.

2. Torniamo qui ai nostri compiti. Salvare l'Italia significa, al concreto, contrastare la recessione, produrre crescita e occupazione, dare una prospettiva alla nuova generazione. Salvare l'Italia è possibile solo se cambiamento e coesione si danno la mano. Se coesione e cambiamento diventassero un ossimoro, non ci sarebbe speranza. L'azione di governo deve dunque possedere un metodo fondamentale e un fondamentale messaggio. Quanto al metodo, emergenza e transizione pretendono una forma particolare di dialogo sociale tale da sollecitare partecipazione e corresponsabilità, salvaguardando comunque la decisione tempestiva. Si può fare e, a parer mio, si deve fare. Ma voglio sottolineare in particolare il metodo politico. Il Governo troverà la sua forza in un rapporto stabile, permanente e ordinato con i Gruppi Parlamentari; un rapporto da allestire anche nella fase ascendente delle decisioni. Si parli di mercato del lavoro, o di liberalizzazioni, o di politica industriale, di pubblica amministrazione, di immigrazione, di Rai e di cento altri temi, esistono in Parlamento, da ogni lato, idee inevase da anni e non necessariamente divisive.Dica il Governo il suo piano di lavoro, raccolga dal Parlamento orientamenti e idee e avanzi quindi le sue decisioni e le sue proposte. Noi non pretendiamo il cento per cento di quel che faremmo, e così sarà per gli altri. Ma la trasparenza e la chiarezza servono a tutti. Quanto al messaggio fondamentale, se nell'emergenza è in gioco il comune destino del Paese, si deve innanzitutto promuovere un'idea di comunità degli italiani. Ci si ricordi allora che la solidarietà è la materia prima di una comunità, è ciò che la distingue da una accozzaglia anarchica di interessi.Se vogliamo farcela, tutti assieme, i riflettori vanno dunque puntati su chi è più in difficoltà. Bisogna predisporre l'aiuto a chi sta vivendo e vivrà le condizioni più difficili, come l'assenza di lavoro, l'insufficienza di reddito o una disabilità abbandonata. Su questo, non ci siamo ancora. Occorre fare di più, cominciando col cancellare qualche inutile asprezza di alcune misure già adottate che suscitano un giusto risentimento.

3. La grande parte delle forze politiche e parlamentari si dichiarano interessate e disponibili ad una iniziativa di riforma delle Istituzioni e della politica. Il Presidente della Repubblica la sollecita autorevolmente. È evidente che un simile percorso significherebbe stabilità per il Governo e maggiore credibilità della politica e delle Istituzioni nella prospettiva della nuova legislatura. Sto parlando della già avviata adozione di parametri europei nei costi della politica, di riduzione del numero dei Parlamentari, di riforma del bicameralismo, di radicale aggiornamento dei regolamenti parlamentari e, alla luce delle prossime decisioni della Corte, di riforma elettorale. Su tutto questo esistono proposte e appaiono possibili convergenze significative.Si intende fare sul serio? Intendiamo davvero passare dalle parole ai fatti? Questo pronunciamento tocca innanzitutto ai segretari dei partiti, ovviamente non solo a quelli che hanno votato la fiducia al Governo, ma a partire da loro. C'è poco tempo ed è quindi ora di prendersi impegni pubblici, espliciti e dirimenti.

I tre punti che ho segnalato dovrebbero essere, a parer mio, l'agenda di gennaio. Infine una parola per chi, nel gioco ormai stucchevole fra tecnica e politica, si predispone a promuovere, chissà in quali forme nuove, l'edizione 2012 dell'antipolitica. L'Italia ha già dato. Per quello che ci riguarda il Partito Democratico ha compiuto un gesto propriamente politico, trasparente e generoso, nel sostenere questa transizione e si predispone ad offrire agli elettori, quando sarà il momento, una proposta riformista e democratica di ricostruzione, alternativa al decennio populista.Siamo pronti a riconoscere in termini nuovi i codici e i limiti della politica. Anche in questo difficile passaggio, tuttavia, siamo convinti di poterne rafforzare la dignità e l'indispensabile ruolo.