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Articoli di attualità politica e non solo a carattere nazionale e locale

giovedì 24 marzo 2011

RIMPASTO, ROMANO NEO-MINISTRO


Indagato in concorso esterno in associazione mafiosa dopo il giuramento replica a Napolitano. Migliavacca: "Berlusconi sotto ricatto". Garavini: "A cosa serve il codice antimafia?". E sul web ci sono ancora i manifesti di Romano che nell'UDC assicurava: "meglio eletto che nominato"

Francesco Saverio Romano è il nuovo ministro delle Politiche Agricole. Ministro indagato per concorso esterno in associazione mafiosa così il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha reso pubblica una sua nota sulle “riserve politico-istituzionali” sull’incarico al capofila dei “responsabili” indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il deputato siciliano prende il posto di Giancarlo Galan, che va a sua volta a sostituire il dimissionario Sandro Bondi ai Beni culturali. Il Capo dello Stato non ha ravvisato “impedimenti giuridico-formali” alla nomina ma auspica “che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l'effettiva posizione del ministro”.“La nomina di Romano a ministro dell’Agricoltura dimostra la debolezza del presidente del Consiglio che, per puntellare la sua malandata maggioranza, ha dovuto sottostare ad un vero e proprio ricatto – attacca Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria PD - Sulla figura di Romano,tra l’altro, vi sono zone oscure su cui andrà fatta piena luce e che si aggiungono ad un quadro generale del governo confuso e per niente rassicurante. Un presidente del Consiglio sotto ricatto, a capo di una maggioranza priva di forza e coesione, è il peggior viatico per portare il paese fuori dalla crisi e per gestirlo nell’attuale difficile contingenza internazionale”.

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lunedì 21 marzo 2011

NON ABBIAMO UN GOVERNO. LE POLEMICHE SULLA LIBIA LO DIMOSTRANO

L'intervento in LIbia sta dimostrando che l'Italia è un Paese che "deve partecipare molto per decidere poco". Lo dice Pier Luigi Bersani intervistato da RaiNews 24 sulla vicenda libica. Secondo il segretario del Pd, ciò si spiega alla luce della "diplomazia berlusconiana fatta di personalismi" che ha "sbilanciato largamente" la politica estera italiana. Altri "hanno avuto rapporti con Gheddafi, ma nessuno ha fatto come l'Italia mettendosi in una situazione di subalternità".
Pier Luigi Bersani ha auspicato che vi sia un dialogo con l'opposizione nelle decisioni sull'operazione in Libia. "Ci vuole una grande fermezza, un grande concerto e una grande condivisione, prima di tutto nella maggioranza e auspicabilmente anche del dialogo con l'opposizione, come ha detto Napolitano serve una responsabilizzazione anche del Parlamento". Per questo ha aggiunto riferendosi alle polemiche nella maggioranza, "sarebbe meglio in queste ore che i diversi ministri stessero zitti e il governo con voce univoca venisse nelle commissioni parlamentari a definire meglio il profilo di questa nostra presenza".Quanto alle diversi posizioni di Ignazio La Russa e Umberto Bossi, Bersani ha dato "un consiglio" al premier Silvio Berlusconi: "Di andarsene a casa lui con tutta questa compagnia. Basta uno sguardo oggettivo sulla situazione per vedere che noi non abbiamo un governo, che il profilo dell'Italia nel mondo si è largamente indebolito, che Berlusconi è in mezzo a un sacco di guai".Bersani ha comunque difeso l'operazione. "Questo intervento è necessario ed è legale", ha assicurato. "E' necessario per impedire un massacro delle popolazioni civili che si sono ribellate a Gheddafi e che la propaganda di Gheddafi definisce insetti e topi", ha spiegato, ed "è legale perché l'intervento avviene a seguito delle deliberazioni dell'Onu e in accordo tra Europa e Stati Uniti e Lega Araba".
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http://beta.partitodemocratico.it/doc/205057/non-abbiamo-un-governo-le-polemiche-sulla-libia-lo-dimostrano.htm

giovedì 17 marzo 2011

L’UNITA’ FA LA FORZA. DIVISI CI AVREBBERO SPAZZATO VIA. IL MONITO DI NAPOLITANO.

Oggi si celebra il 150esimo anniversario dell’unità di Italia. Una delegazione del Partito Democratico guidata dal segretario Pier Luigi Bersani depone una corona sull’Altare della Patria, a Roma. Numerosi gli articoli, le cerimonie, i ricordi e i commenti. Ieri sera il Presidente della Repubblica ha detto parole chiare: «Festeggiamo il meglio della nostra storia. Se fossimo rimasti come nel 1860, divisi in otto stati, senza libertà e sotto il dominio straniero, saremmo stati spazzati via dalla storia. Non saremmo mai diventati un grande paese europeo». «Abbiamo avuto momenti brutti, abbiamo commesso errori, abbiamo vissuto pagine drammatiche, ma abbiamo fatto tante cose grandi e importanti, la più importante unirsi». «Discutiamo e battagliamo. Ma ciascuno di noi deve sempre ricordare che è parte di qualcosa di più grande, che è appunto la nostra nazione, la nostra patria, la nostra Italia. E se saremo uniti sapremo vincere tutte le difficoltà che ci attendono».
Il presidente Usa, Barack Obama, ha voluto ricordare questo giorno con un messaggio significativo, che segnala quanta parte della nostra epopea risorgimentale sia stata seguita con attenzione e anche emozione nel resto del mondo (non a caso la casa di Garibaldi a New York è mantenuta come museo): “Oggi, 17 marzo, l`Italia celebra l`anniversario della sua unificazione in un unico Stato. In questo giorno ci uniamo agli italiani in tutto il mondo nell`onorare il coraggio, il sacrificio e la lungimiranza dei patrioti che hanno dato vita alla
nazione italiana. Al tempo in cui gli Stati Uniti stavano lottando per preservare la loro stessa unità, la campagna di unificazione dell`Italia di Giuseppe Garibaldi ispirò molti in tutto il mondo nelle loro battaglie, inclusa la 39ma Fanteria di New York, nota anche come "La Guardia Garibaldi". Oggi il lascito di Garibaldi e di tutti quelli che unificarono l`Italia vive nei milioni di donne e uomini americani di origine italiana che arricchiscono e rafforzano la nostra nazione”.
Fonte: Ufficio Circoli PD

VIA FANI 33 ANNI DOPO: COMMEMORATO IL RAPIMENTO DI MORO

A 33 anni dal rapimento di Aldo Moro, una delegazione del PD guidata dal segretario Pier Liuigi Bersani ha deposto una corona d'alloro in via Fani dove avvenne il dramma.

lunedì 14 marzo 2011

SOLIDARIETA' A PIERANGELO BORGHI

"Il Circolo del Partito Democratico di Gerenzano esprime la propria solidarietà al consigliere comunale di Libertà per Gerenzano, Pierangelo Borghi, la cui attività professionale è stata fatta oggetto di un vile atto di violenza.
Il Partito Democratico auspica che gli autori di questo crimine siano, al più presto, individuati e portati di fronte all'Autorità Giudiziaria, in modo che vicende del genere non debbano più ripetersi".

lunedì 7 marzo 2011

8 MARZO- GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE

























Le donne, il governo Berlusconi e il PD. Un confronto possibile sulla base di fatti e proposte che porta a un libro nero e un libro bianco. Pagine illustrate nel corso di una conferenza stampa alla Camera dal Segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dal Presidente dell’Assemblea nazionale, Rosy Bindi, e dalla portavoce della Conferenza Nazionale delle donne Pd, Roberta Agostini. Bersani ha ribadito quanto sia “basilare il miglioramento della condizione femminile per lo sviluppo anche economico di un Paese, nonché per il suo incremento demografico. Le donne devono essere veramente le protagoniste e la misura del cambiamento della società”. E così oggi 8 marzo saranno presenti oltre alle donne, tanti militanti e rappresentanti del Pd, per consegnare simbolicamente a Palazzo Chigi le le firme raccolte in questi mesi per chiedere le dimissioni di Berlusconi. 10 milioni di firme raccolte in poco più di 30 giorni presentate in una manifestazione per ribadire che oltre Arcore c'è la dignità dell'Italia.

mercoledì 2 marzo 2011

COME UN UOMO SULLA TERRA - IL RACCONTO DEI MIGRANTI

Come già accaduto nel 2010, il 1° marzo del 2011 in diverse piazze d'Italia si sono svolte una serie di manifestazioni organizzate nell'ambito del cosiddetto Yellow day (contrassegnato da vessilli e nastrini gialli, ma da nessuna bandiera di partito), per sottolineare l'importanza che hanno ormai assunto gli immigrati nel nostro paese: sono oggi 6 milioni, e sono responsabili dell'11 percento del PIL.
Il circolo del Partito Democratico di Gerenzano ha deciso di proporre, la proiezione del film-documentario Come un uomo sulla terra di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene, che racconta le vicende drammatiche di un perseguitato politico che, dall'Etiopia attraverso il Sudan e la Libia, cerca di raggiungere l'Italia.

Il film denuncia soprattutto la criminale brutalità della polizia libica alle dirette dipendenze di Gheddafi, finanziata fino ad oggi dal nostro Governo, grazie all'impegno del ministro degli Interni Roberto Maroni, di quello degli esteri Franco Frattini, e il particolare compiacimento di Silvio Berlusconi. Costoro, delegando alla Libia il compito di contenere i flussi migratori dall'Africa subsahariana verso l'Europa, non hanno mai chiesto garanzie sul rispetto dei diritti umani. La proiezione, oltre ad essere un gesto di solidarietà espresso nei confronti di tutti i migranti, diventa quindi un implicito atto d'accusa contro coloro che fingono di scoprire solo ora l'indole di Gheddafi e la natura del suo potere.

“Come un uomo sulla terra” è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.

La decisione di creare un archivio delle storie dei migranti per non dimenticare, per dovere di memoria, è particolarmente necessario oggi perché coinvolge due livelli clamorosi di amnesia del nostro paese: il passato coloniale e quello migratorio, complesse realtà che i flussi migratori odierni richiamano con forza.

Per potere costruire un paese alternativo c’è bisogno di costruire un linguaggio comune, una memoria comune e un immaginario comune. Il documentario appartiene a questa costruzione narrativa.

L’accoglienza, perciò, deve avvenire anche come esperienza educativa. All’arrivo in Italia una persona straniera si confronta con l’accoglienza che costituisce un imprinting indelebile. L’accoglienza è una scommessa per il futuro perché ne dipende il benessere individuale e sociale di molte persone, fino alla convivenza nelle nostre città.

Tutto questo è stato impedito a centinaia e centinaia di persone che dal 2003, anno dell’accordo con Gheddafi, sono stati arrestati in Libia e detenuti fino al rimpatrio.

Le rivoluzioni del nord Africa di questi giorni hanno portato alla ribalta i soliti piagnistei di chi ha paura dell’onda che potrebbe abbattersi in Italia.

In realtà, come più volte è stato detto da Lucia Annunziata, i giovani di questi paesi non hanno bruciato nessuna bandiera né americana o israeliana, hanno protestato per giorni nell’attesa della caduta del dittatore con la speranza di un futuro migliore nel loro paese.

Sono giovani, perché la popolazione di questi paesi è giovane, il 60% è sotto i trent’anni, e non hanno visto altri politici che i dittatori.

A queste giovani popolazioni va l’augurio di una vita felice, libera e democratica.

martedì 1 marzo 2011

UNA NORMALE GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE:

BERLUSCONI LANCIA UN ATTACCO PREVENTIVO A QUIRINALE E CONSULTA IN VISTA DEL BLITZ SULLA PRESCRIZIONE BREVE. E POI VIA: BATTUTE DA BAR A RAFFICA SU MILAN, INTER E GLI ARBITRI COMUNISTI.
Assente al tribunale di Milano, dove si svolgeva la prima udienza del processo Mediaset che vede Silvio Belusconi imputato di frode fiscale, e cioè di frode allo Stato di cui è il più alto rappresentante insieme al presidente della Repubblica, il capo del governo si è presentato a Milano ad un incontro nella sede della Confcommercio. Consueta ripresa indiretta tv. E botte in libertà. A qualche ora dalla morte di un nostro alpino in Afghanistan il presidente del Consiglio ha lanciato alcune bombe preventive contro il Quirinale, la Corte Costituzionale e l’opposizione comunista. La ragione: difendono la Costituzione e quindi bocciano tutte le leggi che la stravolgono, comprese quelle firmate da Berlusconi. Un attacco preventivo: nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri varerà un disegno di legge destinato ad introdurre, per la salvezza di Berlusconi dai processi, una prescrizione brevissima a favore degli imputati incensurati, oltre alla riforma della giustizia e allo stop alle intercettazioni; un passo, quest’ultimo, che secondo tutta la magistratura rappresenterebbe il più importante favore alla criminalità organizzata da quando la mafia mise le bombe nel 1993 nel tentativo di fare un negoziato con lo Stato. Berlusconi non vuole ostacoli, insomma: ha quattro processi da evitare. Il 5 marzo Mediatrade (frode fiscale e appropriazione indebita); il 12 marzo Mills (corruzione di testimoni); il 6 aprile Ruby (concussione e prostituzione minorile); l’11 aprile Mediaset, frode fiscale.
Dal Pd e dalle altre forze politiche numerose dichiarazioni di sostegno a Napolitano e di condanna per l’ennesima esternazione-spallata contro le regole. Ma la verità è che la salvezza personale e dei propri affari sono le sole cose che interessano Berlusconi. Tutto il resto non conta. Nemmeno la fine che fanno i soldati italiani in missione. E infatti, appena ha finito le dichiarazioni da fuoco di sbarramento verso Quirinale e Consulta, Berlusconi ha ripreso a sparare battute a raffica. Battute e sorrisetti complici in diretta televisiva sul Milan che si batte contro il Sud (ieri c’era la partita contro il Napoli), scambi di battute con il ministro della Difesa La Russa su Milan e Inter. Ancora battute e risate nel convegno organizzato a Milano insieme al ministro Michela Brambilla. Per finire, durante il pranzo con i parlamentari del Pdl di Milano, a dire che gli arbitri comunisti hanno rubato due partite al Milan. Pier Luigi Bersani: “Almeno in una giornata di lutto nazionale dal presidente del Consiglio mi sarei aspettato più sobrietà e moderazione”.
fonte Circoli PD