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domenica 11 dicembre 2011

LA MANOVRA ECONOMICA E IL CONSIGLIO EUROPEO. LA POSIZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO

Il presidente Napolitano ed il presidente Monti confermano che la manovra era necessaria per evitare una situazione alla greca, con lo Stato che non è più in grado di pagare gli stipendi e le pensioni o addirittura costretto, appunto come in Grecia, a licenziare gli statali.


Ricordiamo chi ci ha portato a un passo dal disastro: Berlusconi e Bossi.


Il Partito democratico, che da anni dice che c’è la crisi e bisogna intervenire, ha deciso responsabilmente di evitare il ricorso alle elezioni e sostenere il governo di transizione e di impegno nazionale.
Ma la manovra approvata, oltre che durissima, non è equa. Il Pd lavora per apportare modifiche.


Il Partito Democratico ha già imposto alcuni temi, come la tassazione dei capitali scudati, la tracciabilità nei pagamenti, l’abbassamento di un anno dei contributi previsti per le pensioni di anzianità (prima la manovra prevedeva 43 e 42) , la copertura fino alla pensione dei lavoratori in mobilità. Ma non basta. Il Pd garantirà responsabilmente il proprio sostegno per evitare il fallimento, ma lavora per mettere, per quanto possibile, più equità nell’intervento deciso dal governo di emergenza presieduto da Mario Monti. Quattro sono i temi sui quali intervenire, sia pure nel contesto di un iter parlamentare che si presenta come un sentiero molto stretto:





·Pensioni: innalzare l’ammontare della pensione che sarà rivalutata in base al costo della vita; rallentare l’applicazione della riforma sulle pensioni di anzianità e tenere in debito conto la situazione dei lavoratori che hanno cominciato l’attività da giovanissimi e dei lavoratori anziani che hanno perso il lavoro.







· Casa: innalzare la soglia di esenzione per l’Ici sulla prima casa, in modo da favorire i meno abbienti.



· Evasione: misure più concrete di lotta all’evasione fiscale.



· Investimenti: uno spazio nel patto di stabilità interno per permettere ai comuni di fare alcuni lavori, per esempio la messa in sicurezza e l’adeguamento ambientale ed energetico delle scuole.


Le risorse per fare questi interventi si possono trovare con interventi strutturali e una tantum: irrobustire il prelievo sui capitali scudati (ora è appena l’1,5 per cento); fare rapidamente un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani nelle banche elvetiche, seguendo l’esempio di Usa e Germania; vendere le frequenze tv invece di regalarle; reintrodurre almeno una o due delle misure contro l’evasione fiscale approvate dal governo Prodi e abolite subito da Berlusconi.


Per quanto riguarda i risultati del Consiglio Europeo, il Partito Democratico non può che vedere con favore il ritorno dell'Italia alle sue tradizionali posizioni europeiste, dopo questi anni in cui il nostro paese è stato ridicolizzato e umiliato da Silvio Berlusconi che passava il suo tempo raccontando ai leader europei barzellette sconce e, pressato dalla Lega che nell'Europa ha sempre visto il maggior ostacolo per le sue odiose politiche xenofobe, aveva collocato l'Italia su posizioni antieuropeiste. Le misure prese dal Consiglio Europeo, vanno nella direzione di salvaguardare l'Euro anche se non appaiono pienamente soddisfacenti. Il mancato rafforzamento del fondo salva stati e il pervicace rifiuto della Germania di prendere in considerazione gli eurobond, espongono la moneta unica al rischio di nuovi attacchi speculativi. La defezione della Gran Bretagna non è un fatto positivo ma potrà consentire agli altri stati della UE di procedere più speditamente verso una maggiore unità nella politica economica e fiscale e di porre le basi per giungere, finalmente, a quell'unità politica dell'Europa senza la quale non sarà mai possibile sottrarre il Vecchio Continente al rischio del risorgere di quegli egoismi nazionali che già tanti dolori e sventure hanno portato a tutti gli europei.

Sintesi e commento a cura di Massimiliano Cavallo

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