E di mettere in evidenza le facce di ognuno, appuntandosi sulla giacca una fotocopia della carta di identità con scritto chi siamo (cassaintegrate, commesse, ricercatrici precarie, artiste, studentesse, registe, operaie e giornaliste).
Quel che accade nel nostro Paese offende le donne, ma anche gli uomini che non si riconoscono nella miseria della rappresentazione di una sessualità rapace e seriale, nello squallore di una classe dirigente che ha fatto dell’eversione di ogni regola e del sovvertimento di qualunque verità il suo tratto distintivo.
E' possibile aderire anche inviando una mail a manifestazione29gennaio@gmail.com
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