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lunedì 31 gennaio 2011

IL RE E' NUDO

Le notizie che in questi giorni abbiamo letto sui giornali e visto in televisione (o meglio nelle pochissime televisioni non assoggettate al potere del Sultano di Arcore) sono talmente sconcertanti da apparire quasi incredibili.
I festini organizzati dal premier insieme ai suoi attempati compagni di bisbocce, ci trasmettono un'immagine desolante dell'Italia di oggi e ciò a prescindere dal fatto che durante quelle nottate siano stati commessi reati. Un uomo pubblico, il primo ministro di una nazione, ha delle responsabilità morali che vanno oltre il mero rispetto della legge. Un primo ministro deve essere di esempio per i propri concittadini e in particolar modo per i giovani. Per questo la nostra Costituzione stabilisce che gli incarichi pubblici debbano essere adempiuti con "disciplina e onore".
Non c'è disciplina e non c'è onore nei comportamenti di Berlusconi. Organizzare, nel mezzo di una crisi economica dagli effetti devastanti, festini nei quali venivano dilapidati migliaia di Euro. Frequentare assiduamente noti papponi. Ballare e cantare in compagnia di decine di ragazze seminude. Esibirsi in siparietti triviali, indecenti per qualsiasi settantenne (figuriamoci per il capo del governo). Regalare soldi a presunte bisognose come se fossero caramelle. Telefonare alla Questura di Milano per esigere la liberazione di una persona arrestata spacciandola per nipote di un capo di stato straniero e, quindi, esporre l'Italia al rischio di una figuraccia internazionale. Eccetera, eccetera.
Domandiamo: sono atteggiamenti accettabili per un presidente del consiglio? De Gasperi, Moro, Fanfani, Spadolini, ma anche Craxi si sarebbero mai comportati in questo modo?
Questi atteggiamenti dimostrano, da parte di Berlusconi, una totale assenza di consapevolezza dei doveri di sobrietà che il suo ruolo gli imporrebbe. E, del resto, come qualificare la serie infinita di buffonate, barzellette, corna e cucù con i quali ci ha ridicolizzati di fronte ai grandi del mondo, se non come gli atteggiamenti di un eterno parvenu della politica, incapace, per indole e per (in)cultura di comprendere l'importanza sostanziale che il contegno pubblico ha per un uomo di Stato.
Ma ciò che più avvilisce è vedere i suoi sostenitori difenderlo accanitamente al costo di rendersi ridicoli e di dover mentire spudoratamente.
Ecco un breve catalogo delle balle che ci vengono propinate in questi giorni dagli ascari del berlusconismo:
"Nella sua vita privata può fare quello che vuole e può spendere i suoi soldi come vuole".
No, lo ribadiamo. Un uomo di stato non può fare quello che vuole nella sua vita privata. Può avere delle amanti. Ma non pagare delle donne per fare sesso con lui. La prostituzione, seppure lecita, è una piaga sociale, una forma moderna di schiavitù e di umiliazione della donna. Un uomo di Stato moderno non può, nemmeno, regalare denaro come faceva Alberto Sordi ne "Il Marchese del Grillo" quando lanciava monete dal balcone del suo palazzo ai poveri che mendicavano in mezzo alla strada. In uno stato moderno i cittadini hanno dei diritti che il presidente del consiglio ha il dovere di garantire e non sono dei servi le cui fortune dipendono dal capriccio del signorotto di turno.
"Lo criticate perché siete invidiosi di lui"
Spiacenti di deludervi, cari servi del padrone. Non siamo affatto invidiosi. Non desideriamo affatto rotolarci sul divano insieme a ragazze che stanno con noi solo perché le paghiamo né desideriamo metterci in mostra con volgari regali costosi. Per di più in compagnia di personaggi come Emilio Fede e Lele Mora con i quali non avremmo piacere di prendere neanche un caffè. Non desideriamo le sue ville, né i suoi aerei, né le sue piscine. Anzi il vostro idolo ci fa pena. Un uomo vecchio e solo, prigioniero del suo denaro e del suo potere, consapevole che, giunto ormai nella fase finale della sua vita, è circondato da persone che gli stanno accanto solo perché lo considerano una specie di bancomat.
"E' stato eletto dal popolo. Indagare su di lui è un colpo di stato"
A parte il fatto che non è stato eletto premier dal popolo. Il popolo lo ha solo eletto deputato, poi il Presidente della Repubblica lo ha nominato Presidente del Consiglio. Ma lasciamo stare le sottigliezze costituzionali. Una democrazia è tale non perché chi viene eletto a una carica pubblica può fare tutto quello che vuole, ma perché anche chi viene eletto a una carica pubblica rimane un cittadino uguale a tutti gli altri e deve rispondere del suo operato alla giustizia come tutti gli altri. La legge è uguale per tutti.
E infine una domanda ai suoi, ancora, numerosissimi elettori: cosa deve fare ancora quest'uomo perché vi rendiate conto che non è adatto al ruolo che ricopre? non vi è bastato sapere che ha dato asilo in casa sua al mafioso Mangano per anni? non vi è bastato sapere che ha corrotto un avvocato inglese per indurlo a testimoniare il falso? non vi è bastato vederlo comprare dei deputati perché gli votassero la fiducia? Non vi è bastato vedere che dopo tanti anni non ha realizzato nulla di ciò che aveva promesso? La sanità funziona meglio? Il milione di posti di lavoro è stato creato? La pubblica amministrazione è più efficiente? La giustizia più rapida? Le tasse sono diminuite? Non vi basta nemmeno vedere questo spettacolo indecoroso di lolite prezzolate, papponi e festini che sembrano usciti da una commedia sexy degli anni '70? non vi rendete conto che abbiamo Alvaro Vitali al governo?
Abbiate un sussulto di dignità! Smettete di votarlo. Mostrate al mondo che gli italiani sono stati capaci di liberarsi di quest'inetto, che hanno smesso di credere alle sue menzogne, che alla fine, giunti sull'orlo del baratro, hanno compreso la lezione e gli hanno voltato le spalle. Non più miracoli italiani, né deleghe assolute a un capo che dice: "Ghe pensi mi". Ma un popolo che ha ritrovato la ragione e ha ricominciato a ricostruire il paese dopo questa fallimentare avventura.
Massimiliano Cavallo

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