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domenica 7 febbraio 2010

LEGA MASTELLIANA

Il figlio di Bossi candidato alle regionali in provincia di Brescia

Quante volte abbiamo sentito i leghisti lanciare grida indignate contro il nepotismo meridionale. Quante volte ci hanno detto che loro, i sedicenti padani, erano diversi da quei terroni che raccomandano mogli, mariti, figli, nipoti, pronipoti, amici e amici degli amici nella pubblica amministrazione, nelle università, nella scuole e nelle istituzioni.
Eppure dopo tanto strepitare contro il sud mastelliano e contro i privilegi di Roma ladrona mantenuta coi soldi del laborioso nord, ecco che alle elezioni regionali la Lega ha deciso di candidare, nel superblindato collegio di Brescia, niente meno che... RENZO BOSSI!!!
Si, avete capito bene. Proprio lui, il figlio del Senatur, noto alle cronache per essere il recordman di bocciature all'esame di maturità. Mentre i ragazzi comuni, senza santi in paradiso, devono impegnarsi al massimo per diplomarsi o laurearsi e alla fine si ritrovano a lavorare come precari in un call center oppure devono prendere la via dell'emigrazione come i nostri nonni, il giovane Renzo si è permesso il lusso di farsi bocciare per due volte alla maturità. Tanto pagava papà Umberto e cioè noi, visto che lo stipendio di ministro glie lo paghiamo noi con le tasse (almeno chi le tasse le paga). Ovviamente Bossi Jr, come tutti gli studenti poco preparati, ha dato la colpa delle bocciature al pregiudizio nutrito verso di lui dai professori. Suo padre addirittura denunciò dal palco di un comizio un caso di discriminazione contro il figlio dovuta a motivazioni politiche. Renzo, infatti, avrebbe portato alla maturità una tesina su Carlo Cattaneo (quanto ci piacerebbe leggere questo capolavoro storiografico) ma quest'opera avrebbe determinato la sua bocciatura perché professori meridionali e di sinistra non avrebbero gradito il componimento bossiano per motivi ideologici. Ci sarebbe solo da ridere se non pensassimo all'effetto che può avere sui nostri giovani, capire che in questo Paese per riuscire a emergere non servono i buoni voti a scuola. Anzi, studiare è da gonzi. L'importante è avere un potente che ti sponsorizza (e magari ti mantiene anche con i soldi pubblici).
Se non fosse figlio di un ministro uno come Renzo Bossi potrebbe, forse, aspirare ad un lavoro precario in un'impresa di pulizie, ma per lui, invece stanno per spalancarsi le porte del Consiglio regionale e forse si prepara anche un assessorato. Esattamente come tanto vituperato sud mastelliano e demitiano. Il tutto, naturalmente, a spese della collettività.
Come diceva un vecchio slogan della Lega:
"LUMBARD, PAGA E TASS"

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