Il centro destra è al potere da circa due anni e in questo periodo di tempo ha affrontato positivamente buona parte dei problemi del paese, stando almeno alle dichiarazioni riportate dalla stampa e dalla televisione.
Nei fatti la situazione è ben diversa, perché le soluzioni ai problemi affrontati hanno spesso prodotto leggi che invece di mettere al primo posto gli interessi dei cittadini hanno avvantaggiato lobbies economiche e soggetti privati.
Quanto affermato vale per i diversi settori, energia, scuola, sanità, giustizia, politica ecc. Tutti questi problemi non sono stati affrontati in parlamento con un dibattito serio e approfondito ma con azioni sostenute solo dalla maggioranza. C’è da riflettere sul senso di responsabilità e sull’adeguatezza di questa maggioranza che non ha interesse ad attuare riforme condivise dalle quali dipende il futuro di tutto il paese.
In queste breve articolo ci soffermiamo solamente sulle grandi opere ed in particolare sulla realizzazione del ponte di Messina che sembra essere un’opera determinante per lo sviluppo di tutto il paese ed in particolare del sud d’Italia. I mass media hanno enfatizzato la realizzazione di quest’opera indicandone grandiosità (il ponte più lungo del mondo, seconda come impresa solo allo sbarco sulla luna), importanza economica (rilancio economico del sud Italia), utilità (collegamenti rapidi e fruibilità per i cittadini), convenienza (costo zero per i cittadini perché l’opera si autofinanzia).
Ancora una volta la realtà è ben diversa.
Non è un caso che del ponte di Messina se ne parli da tanto tempo, si siano fatti molti studi di fattibilità ma non si sia mai realizzato. La proposta di realizzazione del ponte non è stata ritenuta di primaria importanza neanche dalla comunità europea.
Vediamo la situazione in dettaglio.
Valutazione dei costi e dei tempi di realizzazione
Secondo le stime governative Il ponte sullo stretto di Messina costerà 6 miliardi di euro, 2,5 miliardi li metterà la società “stretto di Messina” attraverso i suoi azionisti, ANAS e Rete ferroviaria Italiana, i rimanenti 3,5 miliardi verranno acquisiti attraverso il mercato finanziario privato; questi soldi dovrebbero essere recuperati nel tempo con i pedaggi che si pagheranno per attraversare il ponte, ecc.
Marco Ponti, uno dei massimi esperti di economia dei trasporti afferma che si fa fatica a trovare una giustificazione economica convincente al ponte di Messina. Nel 2000 si stimava infatti un significativo aumento del traffico sullo stretto, ma ad oggi la situazione è ben diversa perché si registra un calo significativo del transito, precisamente :
camion -7%;
passeggeri -20% ;
auto -30%;
treni passeggeri -33%;
treni merci -11%;
Guido Signorino, docente di economia presso l’università di Messina afferma che il piano di rientro dei 3,5 ml difficilmente potrà essere rispettato. Se la società “stretto di Messina” non riuscirà a recuperare nell’arco di 30 anni la somma investita interverrà lo Stato rifondendo a questa la metà dell’importo.
Ma i 6 milardi di euro del ponte sono una stima attendibile? Proviamo a fare un po’ di conti:
Il governo dichiara che impiegherà circa 40000 operai. Con uno stipendio medio di 1000 euro, più 13 esima e 14 esima ed il 31% di contributi un operaio costerà 18340 euro l’anno, per cui il costo complessivo della sola manodopera nei sei anni previsti per la realizzazione è di circa 4,4 miliardi di euro (18340*40000*6 = 4401 ml).
I conti non tornano perché il costo della manodopera è esorbitante; inoltre l’acciaio, componente principale delle struttura, ha subito degli aumenti significativi dal 2002; infine la stima dei tempi di realizzazione è discutibile non avendo termini di paragone con opere simili.
E’ notizia di questi giorni che il costo del ponte è passato da 6,1 miliardi di euro a 6,3 miliardi di euro e , per questo motivo nella Finanziaria 2010 è stato presentato un emendamento per “congelare 470 milioni di euro.
L’emendamento è stato accantonato in attesa di relazione tecnica e per consentire la ricapitalizzazione della società Stretto di Messina.
E quindi quanto costerà effettivamente quest’opera e chi la pagherà?
Il costo è indefinito, come quello di tante opere realizzate in passato; la pagherà il cittadino, come ad esempio nel caso Alitalia….
Valutazione degli aspetti geologici
La zona in cui verrà realizzato il ponte è fortemente sismica e interessata da frane di scivolamento. Il ponte è stato progettato per resistere ad un terremoto di magnitudo 7,1 gradi Ritcher, simile al terremoto del 1908. Ma chi ci assicura che il prossimo terremoto non abbia una intensità superiore? A questo si aggiunge il fatto che si vuole realizzare una grande opera per collegare due autostrade, Salerno – Reggio Calabria e Messina- Palermo che ancora necessitano di profonde ristrutturazioni.
Perché investire questa abnorme quantità di denaro pubblico in un’opera faraonica e di dubbia utilità,quasi uno sfregio nei confronti delle popolazioni del sud d’Italia, piuttosto che nella ristrutturazione delle due autostrade su citate, nell’ammodernamento delle linee ferroviarie e più in particolare nella ristrutturazione antisismica di Reggio e Messina che hanno solo un quarto delle costruzioni a norma ? Tutte queste opere darebbero lo stesso un forte impulso all’economia.
Valutazione dell’utilità
Il ponte serve davvero alle persone?
Diciamo di no perché per andare da Messina a Reggio occorrerà uscire dalla città, percorrere la tangenziale per 15 KM, attraversare il ponte (3 Km), prendere la SA-RC per 17 Km e finalmente arrivare a destinazione. L’80% dei pendolari non utilizzerà il ponte ma ripiegherà sempre sui mezzi marittimi.
Chi ci guadagna allora nella realizzazione del ponte?
Sicuramente non ci guadagna la gente, non solo perché il ponte non risponde ad un bisogno ma soprattutto perché si vede sottratta una notevole quantità di risorse che potrebbero essere investite diversamente.
Ci guadagna l’immagine di un premier e di un governo incapace di risolvere i veri problemi del paese.
Ci guadagnano alcune lobbies bancarie che avranno un grande utile da questo grosso movimento di denaro.
Ci guadagnano tutti coloro che debbono giustificare tutti i soldi fino ad ora spesi nella progettazione del ponte.
Ci guadagnano tutte quelle organizzazioni criminali, mafia e drangheta, che controllano gli appalti per le movimentazioni di terra legate alla realizzazione del ponte stesso.
Nessun commento:
Posta un commento