
giovedì 24 marzo 2011
RIMPASTO, ROMANO NEO-MINISTRO

mercoledì 23 marzo 2011
lunedì 21 marzo 2011
NON ABBIAMO UN GOVERNO. LE POLEMICHE SULLA LIBIA LO DIMOSTRANO
Pier Luigi Bersani ha auspicato che vi sia un dialogo con l'opposizione nelle decisioni sull'operazione in Libia. "Ci vuole una grande fermezza, un grande concerto e una grande condivisione, prima di tutto nella maggioranza e auspicabilmente anche del dialogo con l'opposizione, come ha detto Napolitano serve una responsabilizzazione anche del Parlamento". Per questo ha aggiunto riferendosi alle polemiche nella maggioranza, "sarebbe meglio in queste ore che i diversi ministri stessero zitti e il governo con voce univoca venisse nelle commissioni parlamentari a definire meglio il profilo di questa nostra presenza".Quanto alle diversi posizioni di Ignazio La Russa e Umberto Bossi, Bersani ha dato "un consiglio" al premier Silvio Berlusconi: "Di andarsene a casa lui con tutta questa compagnia. Basta uno sguardo oggettivo sulla situazione per vedere che noi non abbiamo un governo, che il profilo dell'Italia nel mondo si è largamente indebolito, che Berlusconi è in mezzo a un sacco di guai".Bersani ha comunque difeso l'operazione. "Questo intervento è necessario ed è legale", ha assicurato. "E' necessario per impedire un massacro delle popolazioni civili che si sono ribellate a Gheddafi e che la propaganda di Gheddafi definisce insetti e topi", ha spiegato, ed "è legale perché l'intervento avviene a seguito delle deliberazioni dell'Onu e in accordo tra Europa e Stati Uniti e Lega Araba".
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http://beta.partitodemocratico.it/doc/205057/non-abbiamo-un-governo-le-polemiche-sulla-libia-lo-dimostrano.htm
giovedì 17 marzo 2011
L’UNITA’ FA LA FORZA. DIVISI CI AVREBBERO SPAZZATO VIA. IL MONITO DI NAPOLITANO.
Il presidente Usa, Barack Obama, ha voluto ricordare questo giorno con un messaggio significativo, che segnala quanta parte della nostra epopea risorgimentale sia stata seguita con attenzione e anche emozione nel resto del mondo (non a caso la casa di Garibaldi a New York è mantenuta come museo): “Oggi, 17 marzo, l`Italia celebra l`anniversario della sua unificazione in un unico Stato. In questo giorno ci uniamo agli italiani in tutto il mondo nell`onorare il coraggio, il sacrificio e la lungimiranza dei patrioti che hanno dato vita alla
nazione italiana. Al tempo in cui gli Stati Uniti stavano lottando per preservare la loro stessa unità, la campagna di unificazione dell`Italia di Giuseppe Garibaldi ispirò molti in tutto il mondo nelle loro battaglie, inclusa la 39ma Fanteria di New York, nota anche come "La Guardia Garibaldi". Oggi il lascito di Garibaldi e di tutti quelli che unificarono l`Italia vive nei milioni di donne e uomini americani di origine italiana che arricchiscono e rafforzano la nostra nazione”.
VIA FANI 33 ANNI DOPO: COMMEMORATO IL RAPIMENTO DI MORO
lunedì 14 marzo 2011
SOLIDARIETA' A PIERANGELO BORGHI
venerdì 11 marzo 2011
lunedì 7 marzo 2011
8 MARZO- GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE

giovedì 3 marzo 2011
mercoledì 2 marzo 2011
COME UN UOMO SULLA TERRA - IL RACCONTO DEI MIGRANTI
Come già accaduto nel 2010, il 1° marzo del 2011 in diverse piazze d'Italia si sono svolte una serie di manifestazioni organizzate nell'ambito del cosiddetto Yellow day (contrassegnato da vessilli e nastrini gialli, ma da nessuna bandiera di partito), per sottolineare l'importanza che hanno ormai assunto gli immigrati nel nostro paese: sono oggi 6 milioni, e sono responsabili dell'11 percento del PIL.
Il circolo del Partito Democratico di Gerenzano ha deciso di proporre, la proiezione del film-documentario Come un uomo sulla terra di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene, che racconta le vicende drammatiche di un perseguitato politico che, dall'Etiopia attraverso il Sudan e la Libia, cerca di raggiungere l'Italia.
Il film denuncia soprattutto la criminale brutalità della polizia libica alle dirette dipendenze di Gheddafi, finanziata fino ad oggi dal nostro Governo, grazie all'impegno del ministro degli Interni Roberto Maroni, di quello degli esteri Franco Frattini, e il particolare compiacimento di Silvio Berlusconi. Costoro, delegando alla Libia il compito di contenere i flussi migratori dall'Africa subsahariana verso l'Europa, non hanno mai chiesto garanzie sul rispetto dei diritti umani. La proiezione, oltre ad essere un gesto di solidarietà espresso nei confronti di tutti i migranti, diventa quindi un implicito atto d'accusa contro coloro che fingono di scoprire solo ora l'indole di Gheddafi e la natura del suo potere.
“Come un uomo sulla terra” è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.
La decisione di creare un archivio delle storie dei migranti per non dimenticare, per dovere di memoria, è particolarmente necessario oggi perché coinvolge due livelli clamorosi di amnesia del nostro paese: il passato coloniale e quello migratorio, complesse realtà che i flussi migratori odierni richiamano con forza.
Per potere costruire un paese alternativo c’è bisogno di costruire un linguaggio comune, una memoria comune e un immaginario comune. Il documentario appartiene a questa costruzione narrativa.
L’accoglienza, perciò, deve avvenire anche come esperienza educativa. All’arrivo in Italia una persona straniera si confronta con l’accoglienza che costituisce un imprinting indelebile. L’accoglienza è una scommessa per il futuro perché ne dipende il benessere individuale e sociale di molte persone, fino alla convivenza nelle nostre città.
Tutto questo è stato impedito a centinaia e centinaia di persone che dal 2003, anno dell’accordo con Gheddafi, sono stati arrestati in Libia e detenuti fino al rimpatrio.
Le rivoluzioni del nord Africa di questi giorni hanno portato alla ribalta i soliti piagnistei di chi ha paura dell’onda che potrebbe abbattersi in Italia.
In realtà, come più volte è stato detto da Lucia Annunziata, i giovani di questi paesi non hanno bruciato nessuna bandiera né americana o israeliana, hanno protestato per giorni nell’attesa della caduta del dittatore con la speranza di un futuro migliore nel loro paese.
Sono giovani, perché la popolazione di questi paesi è giovane, il 60% è sotto i trent’anni, e non hanno visto altri politici che i dittatori.
A queste giovani popolazioni va l’augurio di una vita felice, libera e democratica.
martedì 1 marzo 2011
UNA NORMALE GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE:
Assente al tribunale di Milano, dove si svolgeva la prima udienza del processo Mediaset che vede Silvio Belusconi imputato di frode fiscale, e cioè di frode allo Stato di cui è il più alto rappresentante insieme al presidente della Repubblica, il capo del governo si è presentato a Milano ad un incontro nella sede della Confcommercio. Consueta ripresa indiretta tv. E botte in libertà. A qualche ora dalla morte di un nostro alpino in Afghanistan il presidente del Consiglio ha lanciato alcune bombe preventive contro il Quirinale, la Corte Costituzionale e l’opposizione comunista. La ragione: difendono la Costituzione e quindi bocciano tutte le leggi che la stravolgono, comprese quelle firmate da Berlusconi. Un attacco preventivo: nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri varerà un disegno di legge destinato ad introdurre, per la salvezza di Berlusconi dai processi, una prescrizione brevissima a favore degli imputati incensurati, oltre alla riforma della giustizia e allo stop alle intercettazioni; un passo, quest’ultimo, che secondo tutta la magistratura rappresenterebbe il più importante favore alla criminalità organizzata da quando la mafia mise le bombe nel 1993 nel tentativo di fare un negoziato con lo Stato. Berlusconi non vuole ostacoli, insomma: ha quattro processi da evitare. Il 5 marzo Mediatrade (frode fiscale e appropriazione indebita); il 12 marzo Mills (corruzione di testimoni); il 6 aprile Ruby (concussione e prostituzione minorile); l’11 aprile Mediaset, frode fiscale.
Dal Pd e dalle altre forze politiche numerose dichiarazioni di sostegno a Napolitano e di condanna per l’ennesima esternazione-spallata contro le regole. Ma la verità è che la salvezza personale e dei propri affari sono le sole cose che interessano Berlusconi. Tutto il resto non conta. Nemmeno la fine che fanno i soldati italiani in missione. E infatti, appena ha finito le dichiarazioni da fuoco di sbarramento verso Quirinale e Consulta, Berlusconi ha ripreso a sparare battute a raffica. Battute e sorrisetti complici in diretta televisiva sul Milan che si batte contro il Sud (ieri c’era la partita contro il Napoli), scambi di battute con il ministro della Difesa La Russa su Milan e Inter. Ancora battute e risate nel convegno organizzato a Milano insieme al ministro Michela Brambilla. Per finire, durante il pranzo con i parlamentari del Pdl di Milano, a dire che gli arbitri comunisti hanno rubato due partite al Milan. Pier Luigi Bersani: “Almeno in una giornata di lutto nazionale dal presidente del Consiglio mi sarei aspettato più sobrietà e moderazione”.